sabato 6 giugno 2020

Step #21

Le connotazioni etiche dei segnali possono trovarsi agli antipodi del bene o del male (nelle loro connotazioni convenzionali) spaziando tra tutto ciò che c'è nel mezzo. A partire da un esempio banale, come quello della segnaletica stradale, si può notare come essi siano utilizzati per migliorare qualcosa, o potremmo annoverare anche i segnali di fumo, morse, o anche vocali, spesso cruciali per allontanarsi dalla linea che divide la vita dalla morte (lampante in questo caso è l'esempio dei naufraghi). Purtroppo, sebbene si possa continuare all'infinito la lista delle accezioni positive che questo termine possa avere, come anticipato all'inizio non si può negare l'esistenza di una lista altrettanto lunga su quelle negative. Principalmente ciò trova riscontro in ambito bellico, infatti celeberrima è la frase tratta dal film de "Il Gladiatore" che recita "Al mio segnale scatenate l'inferno!" prima di una battaglia dell'esercito Romano. Anche in tempi moderni si può dare prova dell'utilizzo del concetto in tale campo, in particolar modo per quanto concerne i segnali radio nel corso della seconda guerra mondiale (ed è qui che entra in gioco un'altra accezione del termine nel campo dell'elettronica, ma, come disse Oscar Wilde, "Anche le cose peggiori sono sempre state fatte con le migliori intenzioni") essenziali per decidere come e quando bombardare l'esercito nemico. In fin dei conti, il concetto di segnale, si può dire sia eticamente positivo o meno? Si dice che "dipende" sia quasi sempre una risposta corretta, ed in questo caso sì, dipende.

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