martedì 2 giugno 2020

Step #19

Il segnale, come già detto in post passati, nella sua connotazione che va più nel quotidiano rappresenta un'estrema sintesi coglibile al volo da parte degli individui tramite le convenzioni che ne scandiscono la natura. Sintesi che però è matrice di assolutezza delle cose che di scarnificazione di esse (sia in maniera conscia che non) e, in un certo senso, abnegazione della possibile profondità riscontrabile in esse. Nel post a proposito di Pirandello abbiamo visto come la mancanza dei segnali in senso introspettivo fossero ormai una realtà appurata. Alla base di questo pensiero utopico sta qualcosa che va ben oltre, consistente nella privazione dei segnali in senso esterno (coerentemente con la definizione data all'inizio del post). Un mondo senza segnali quindi, in cui i vincoli introdotti da essi sono completamente affievoliti e gli individui potranno finalmente trovare una dimensione introspettiva delle cose, ponendo in atto la propria autodeterminazione senza soggiogamenti esterni che impongano qualcosa di predefinito e che tolgano qualsiasi possibilità di interpretazione alle cose, con conseguente corrisposizione da parte dell'individuo e realizzazione della propria autodeterminazione.

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