sabato 6 giugno 2020

Step #18

Abbiamo già trovato una contestualizzazione del segnale nella filosofia classica, oggi faremo lo stesso per quanto concerne la filosofia contemporanea. Il termine, come puntualizzato più volte, è qualcosa che necessita di uno o più enti che lo producono per poter avere luogo. I tipi di segnali più alla mano risultano senz'altro quelli generati dagli esseri umani sotto forma di contatto tra essi, ed Arthur Schopenauer li analizzò dando prova della fallacità della maggior parte di questi: famosa è infatti a tal proposito l'immagine dei porcospini che, stringendosi sempre di più tra di loro, non fanno altro che farsi del male. I segnali tra gli esseri umani sono quindi visti da Schopenauer come qualcosa che non riguarda l'interezza dell'uomo in sè e per sè, ma vengono adoperati solo in vista di un utile (contrapponendosi in maniera totale alla visione aristotelica dell'amicizia). Anche l'amore non si sottrae a questo quadro dal momento che,a detta del filosofo tedesco, si tratta solo di un mezzo per l'andare avanti della Volontà di Vivere. C'è qualche eccezione a tutto ciò? La risposta è positiva: la compassione. Compassione vuol dire letteralmente "patire con" (dal latino "cum patior"), il che è il sentimento più grande che possa esistere tra due uomini dato che si sceglie di addossarsi il male altrui in maniera infinalizzata, o meglio,il fine è la persona stessa (citando Immanuel Kant, "tratta sempre il prossimo come se fosse un fine, mai come un mezzo").

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