giovedì 11 giugno 2020

Step #22

PUNTATA 1
Distruzione, devastazione, apocalisse, morte. Come diceva Schopenhauer, la storia è un teatro: cambiano gli attori, cambiano le sceneggiature, ma il copione è sempre lo stesso. L'ennesimo conflitto si è verificato in una realtà futura e distopica in cui il genere umano ha deciso di colonizzare un pianeta del quale solo a posteriori è stata verificata l'abitabilità, Proxima b, dato che solo la Terra era ormai insufficiente per rispondere ai bisogni di un'umanità sempre più spaventosamente sovrappopolata. E per evitare uno scenario apocalittico come quello pensato da Thomas Malthus (in cui la pressione demografica con tutte le sue implicazioni economico-sociali sarebbe stata causa della fame nel mondo e del caos), la divisione del genere umano in due pianeti si è dimostrata sì una buona scelta sotto alcuni punti di vista, ma sempre più deleterio sotto altri dato che col formarsi di due fazioni, le rivendicazioni ad un certo punto non divennero più sostenibili e scoppiò un nuovo conflitto questa volta interplanetario, il più grande che si sia mai visto. E data l'avanguardia delle armi a disposizione dei due mondi, l'effetto fu così devastante ed incontrollato da non lasciare nessun abitante nei due pianeti. Nei due pianeti, non nello spazio circostante ed oltre. Sì, perchè effettivamente due individui riuscirono a salvarsi, uno dalla Terra ed uno da Proxima b, avvalendosi di mezzi di fortuna e lanciandosi nello spazio una volta vista la criticità della situazione.

PUNTATA 2
Così ai due non era rimasto più nulla materialmente parlando, solo scorte di cibo e tutta l'avanguardia tecnologica che il mezzo che li accompagnava possedeva. Tra queste cose, uno dei due trovò il modo di mandare dei segnali radio in codice morse che si propagavano nello spaziotempo, in cerca di un disperato tentativo di riconciliazione con una qualsiasi altra forma di vita. Più il tempo passava e più le sue speranze di un possibile riscontro si affievolivano. I due mezzi erano rimasti in orbita attorno a quel che rimaneva della Terra e di Proxima b, e tra i due pianeti vige una distanza di poco più di 4 anni luce, quindi possiamo ben immaginare i tempi di percorrenza del segnale spedito. Però, dopo un tempo accostabile a quello sovracitato, il segnale pervenne alla persona che stava orbitando attorno a Proxima b.

PUNTATA 3
Una volta giunto, chi lo ricevette scrisse una risposta per il diretto interessato, che ci mise altrettanto tempo ad arrivare. Così tra i due cominciò ad esserci un vero e proprio scambio epistolare (se così si può definire) basato su questi segnali, in cui realizzavano la situazione in cui si trovavano, avendo preso consapevolezza fin da subito degli aspetti temporali attraverso cui si svolgeva lo scambio e del fatto che era l'unico contatto attraverso il cui avrebbero potuto contare all'infuori di sè stessi. I due, nei messaggi, riflettono su quanto senso abbiano ormai perso i valori ai quali sono stati abituati dalla società e su quanto essi possano ormai contare su una dimensione prettamente individuale nella quale la matrice autodeterministica la fa da padrone come non mai. Tutto questo fino alla loro morte, dopo che l'ultimo segnale avrà raggiunto l'altro mezzo da parte di un mittente ormai deceduto.




NB: si noti che nel corso della narrazione non vengono annoverate volontariamente accezioni delle due persone, nemmeno sull'identità sessuale scaturita dalle "etichettature" che i due pianeti hanno conferito ai due individui nel passato poichè tutto ciò è stato perso in una tale condizione in cui predomina l'eterna compagnia solo di sè stessi. Tutto ciò verrà esplicato meglio nel dialogo che seguirà.

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