Entità di natura variabile atta a creare un'interazione tra due o più corpi riconosciuta da essi in maniera convenzionalmente appurata.
es. tra persone (perlopiù di natura ottica od acustica): dare, attendere, aspettare, vedere, sentire, ricevere il s.; il comandante diede il s. della battaglia, il s. d’attacco; il capostazione fischiò per dare il s. della partenza; al s. convenuto si mossero tutti insieme; fare segnali con razzi, con fumate, con fuochi, con le braccia, con le bandiere, agitando un panno, ecc.; s. radioelettrici; segnali di soccorso, in alpinismo, indicazioni di richiesta di aiuto, consistenti nella reiterazione di richiami acustici o ottici emessi a intervalli regolari, oppure nell’assunzione di particolari posizioni delle braccia, ognuna delle quali corrispondente a uno specifico messaggio; s. acustici e luminosi, di cui si servono i guidatori di autoveicoli per avvertire della loro presenza, del cambiamento di direzione, ecc. (fonte: Dizionario Treccani);
es. tra cose: In elettrotecnica, e spec. in elettronica, denominazione generica di tensioni o di correnti elettriche o di radioonde applicate all’ingresso di un’apparecchiatura (s. d’entrata) o disponibili all’uscita dell’apparecchiatura stessa (s. d’uscita): s. a bassa frequenza, s. a radiofrequenza, s. modulato, s. audio, s. video, s. impulsivo, s. sinusoidale, s. a gradino, s. a
L'etimologia del termine va trovata nel latino tardo con "signale", neutro sostantivato dell'aggettivo "signalis", derivazione di "signum" ossia segno, il quale conserva vari significati quali ad esempio presagio, costellazione, statua, sigillo, sfrego, insegna. Termini apparentemente disconnessi tra di loro e di forte variabilità sulla base del contesto, che conservano però un aspetto fondamenale:il convenzional rappresentare qualcosa di universalmente riconosciuto attraverso un impatto inerente la sfera perlopiù visiva, ma comunque sensoriale.
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