sabato 13 giugno 2020

Step #24

A partire da una prima definizione e contestualizzazione etimologica e linguistica, abbiamo sviscerato il termine "segnale" sotto le più svariate ramificazioni, cercando di darne una visione quanto più d'insieme possibile. E si è cercato di fare ciò nei più svariati ambiti, dall'ambito economico-sociale, filosofico, sia contemporaneo che non, (anche di natura molto ancestrale) a quello letterario. Quest'ultimo è stato ampliato anche più degli altri, dal semplice giornalismo moderno al tirare in ballo autori come Ungaretti, Pirandello, Leopardi o Christopher Marlowe, dando però luogo a diverse istanze che variano e non di poco tra uno scrittore e l'altro. Invece, parlando di arti, non ci siamo fermati a quella letteraria, ma abbiamo spaziato anche in quelle figurative (trovando anche un'immagine a mio avviso particolarmente riassuntiva ed ammaliante) e cinematografiche, e queste ultime hanno trovato riscontro anche in ambito pubblicitario. Tuttavia ne sono state analizzate anche altre accezioni, sicuramente più moderne, che risiedono nel campo ingegneristico ed elettronico in generale, ma anche in campo bellico e comunicativo quando si è parlato degli aspetti etici del termine. Ed infine si è cercato anche di plasmare qualcosa che non si fermasse all'analisi di concetti già esistenti, ma che provenisse in prima istanza dall'inventiva del sottoscritto, e tutto ciò è stato concretizzato attraverso un abecedario, una mappa concettuale ed una serie tv con un dialogo allegato.

giovedì 11 giugno 2020

Step #23


Step #22

PUNTATA 1
Distruzione, devastazione, apocalisse, morte. Come diceva Schopenhauer, la storia è un teatro: cambiano gli attori, cambiano le sceneggiature, ma il copione è sempre lo stesso. L'ennesimo conflitto si è verificato in una realtà futura e distopica in cui il genere umano ha deciso di colonizzare un pianeta del quale solo a posteriori è stata verificata l'abitabilità, Proxima b, dato che solo la Terra era ormai insufficiente per rispondere ai bisogni di un'umanità sempre più spaventosamente sovrappopolata. E per evitare uno scenario apocalittico come quello pensato da Thomas Malthus (in cui la pressione demografica con tutte le sue implicazioni economico-sociali sarebbe stata causa della fame nel mondo e del caos), la divisione del genere umano in due pianeti si è dimostrata sì una buona scelta sotto alcuni punti di vista, ma sempre più deleterio sotto altri dato che col formarsi di due fazioni, le rivendicazioni ad un certo punto non divennero più sostenibili e scoppiò un nuovo conflitto questa volta interplanetario, il più grande che si sia mai visto. E data l'avanguardia delle armi a disposizione dei due mondi, l'effetto fu così devastante ed incontrollato da non lasciare nessun abitante nei due pianeti. Nei due pianeti, non nello spazio circostante ed oltre. Sì, perchè effettivamente due individui riuscirono a salvarsi, uno dalla Terra ed uno da Proxima b, avvalendosi di mezzi di fortuna e lanciandosi nello spazio una volta vista la criticità della situazione.

PUNTATA 2
Così ai due non era rimasto più nulla materialmente parlando, solo scorte di cibo e tutta l'avanguardia tecnologica che il mezzo che li accompagnava possedeva. Tra queste cose, uno dei due trovò il modo di mandare dei segnali radio in codice morse che si propagavano nello spaziotempo, in cerca di un disperato tentativo di riconciliazione con una qualsiasi altra forma di vita. Più il tempo passava e più le sue speranze di un possibile riscontro si affievolivano. I due mezzi erano rimasti in orbita attorno a quel che rimaneva della Terra e di Proxima b, e tra i due pianeti vige una distanza di poco più di 4 anni luce, quindi possiamo ben immaginare i tempi di percorrenza del segnale spedito. Però, dopo un tempo accostabile a quello sovracitato, il segnale pervenne alla persona che stava orbitando attorno a Proxima b.

PUNTATA 3
Una volta giunto, chi lo ricevette scrisse una risposta per il diretto interessato, che ci mise altrettanto tempo ad arrivare. Così tra i due cominciò ad esserci un vero e proprio scambio epistolare (se così si può definire) basato su questi segnali, in cui realizzavano la situazione in cui si trovavano, avendo preso consapevolezza fin da subito degli aspetti temporali attraverso cui si svolgeva lo scambio e del fatto che era l'unico contatto attraverso il cui avrebbero potuto contare all'infuori di sè stessi. I due, nei messaggi, riflettono su quanto senso abbiano ormai perso i valori ai quali sono stati abituati dalla società e su quanto essi possano ormai contare su una dimensione prettamente individuale nella quale la matrice autodeterministica la fa da padrone come non mai. Tutto questo fino alla loro morte, dopo che l'ultimo segnale avrà raggiunto l'altro mezzo da parte di un mittente ormai deceduto.




NB: si noti che nel corso della narrazione non vengono annoverate volontariamente accezioni delle due persone, nemmeno sull'identità sessuale scaturita dalle "etichettature" che i due pianeti hanno conferito ai due individui nel passato poichè tutto ciò è stato perso in una tale condizione in cui predomina l'eterna compagnia solo di sè stessi. Tutto ciò verrà esplicato meglio nel dialogo che seguirà.

sabato 6 giugno 2020

Step #21

Le connotazioni etiche dei segnali possono trovarsi agli antipodi del bene o del male (nelle loro connotazioni convenzionali) spaziando tra tutto ciò che c'è nel mezzo. A partire da un esempio banale, come quello della segnaletica stradale, si può notare come essi siano utilizzati per migliorare qualcosa, o potremmo annoverare anche i segnali di fumo, morse, o anche vocali, spesso cruciali per allontanarsi dalla linea che divide la vita dalla morte (lampante in questo caso è l'esempio dei naufraghi). Purtroppo, sebbene si possa continuare all'infinito la lista delle accezioni positive che questo termine possa avere, come anticipato all'inizio non si può negare l'esistenza di una lista altrettanto lunga su quelle negative. Principalmente ciò trova riscontro in ambito bellico, infatti celeberrima è la frase tratta dal film de "Il Gladiatore" che recita "Al mio segnale scatenate l'inferno!" prima di una battaglia dell'esercito Romano. Anche in tempi moderni si può dare prova dell'utilizzo del concetto in tale campo, in particolar modo per quanto concerne i segnali radio nel corso della seconda guerra mondiale (ed è qui che entra in gioco un'altra accezione del termine nel campo dell'elettronica, ma, come disse Oscar Wilde, "Anche le cose peggiori sono sempre state fatte con le migliori intenzioni") essenziali per decidere come e quando bombardare l'esercito nemico. In fin dei conti, il concetto di segnale, si può dire sia eticamente positivo o meno? Si dice che "dipende" sia quasi sempre una risposta corretta, ed in questo caso sì, dipende.

Step #18

Abbiamo già trovato una contestualizzazione del segnale nella filosofia classica, oggi faremo lo stesso per quanto concerne la filosofia contemporanea. Il termine, come puntualizzato più volte, è qualcosa che necessita di uno o più enti che lo producono per poter avere luogo. I tipi di segnali più alla mano risultano senz'altro quelli generati dagli esseri umani sotto forma di contatto tra essi, ed Arthur Schopenauer li analizzò dando prova della fallacità della maggior parte di questi: famosa è infatti a tal proposito l'immagine dei porcospini che, stringendosi sempre di più tra di loro, non fanno altro che farsi del male. I segnali tra gli esseri umani sono quindi visti da Schopenauer come qualcosa che non riguarda l'interezza dell'uomo in sè e per sè, ma vengono adoperati solo in vista di un utile (contrapponendosi in maniera totale alla visione aristotelica dell'amicizia). Anche l'amore non si sottrae a questo quadro dal momento che,a detta del filosofo tedesco, si tratta solo di un mezzo per l'andare avanti della Volontà di Vivere. C'è qualche eccezione a tutto ciò? La risposta è positiva: la compassione. Compassione vuol dire letteralmente "patire con" (dal latino "cum patior"), il che è il sentimento più grande che possa esistere tra due uomini dato che si sceglie di addossarsi il male altrui in maniera infinalizzata, o meglio,il fine è la persona stessa (citando Immanuel Kant, "tratta sempre il prossimo come se fosse un fine, mai come un mezzo").

martedì 2 giugno 2020

Step #20

Il concetto di segnale fa comparsa nello Zibaldone di Leopardi, seppur in maniera implicita, nelle riflessioni circa l'importanza dei ricordi. Il ricordo per Leopardi è un segnale che, viaggiando nel tempo, ci riporta alla fanciullezza, facendoci rivivere le pure sensazioni alle quali si è sottoposti generate dalla fervida immaginazione che non ha limitazione in età puerile e che si fa viva nel corso del tempo, costituendo la base della nostra sensibilità che troverà consolidamento prima in età adolescenziale, e poi in età adulta. Ulteriori segnali di ritorno alle suddette sensazioni sono, a detta di Leopardi, parole che riecheggiano nell'indeterminato, nell'antico e nel profondo, che danno all'individuo quel piacere fugace che costituisce l'interezza di una realtà intrisa di dolore e noia.

Step #19

Il segnale, come già detto in post passati, nella sua connotazione che va più nel quotidiano rappresenta un'estrema sintesi coglibile al volo da parte degli individui tramite le convenzioni che ne scandiscono la natura. Sintesi che però è matrice di assolutezza delle cose che di scarnificazione di esse (sia in maniera conscia che non) e, in un certo senso, abnegazione della possibile profondità riscontrabile in esse. Nel post a proposito di Pirandello abbiamo visto come la mancanza dei segnali in senso introspettivo fossero ormai una realtà appurata. Alla base di questo pensiero utopico sta qualcosa che va ben oltre, consistente nella privazione dei segnali in senso esterno (coerentemente con la definizione data all'inizio del post). Un mondo senza segnali quindi, in cui i vincoli introdotti da essi sono completamente affievoliti e gli individui potranno finalmente trovare una dimensione introspettiva delle cose, ponendo in atto la propria autodeterminazione senza soggiogamenti esterni che impongano qualcosa di predefinito e che tolgano qualsiasi possibilità di interpretazione alle cose, con conseguente corrisposizione da parte dell'individuo e realizzazione della propria autodeterminazione.